GESTIONE SENZA BENCHMARK
Cosa vuol dire essere "specialisti in gestioni flessibili"?
A differenza dei fondi tradizionali con benchmark (che ne seguono l'andamento sia positivo che negativo) i fondi flessibili perseguono un obiettivo di rendimento coerente con un pre-fissato livello di rischio ed orizzonte temporale di riferimento.
L'obiettivo di rendimento viene espresso in termini di uno spread (differenziale) su un parametro monetario (per es. Euribor a tre mesi + spread). Quanto maggiore è il livello di rischio (tolleranza alla perdita) e quanto più lungo è l'orizzonte temporale di riferimento, tanto maggiore può essere il rendimento obiettivo.
Va sottolineato che il rendimento perseguito dal gestore del fondo flessibile è un obiettivo che può essere o meno raggiunto ma non è in alcun modo garantito.
I fondi flessibili sono prodotti di alta qualità perché il gestore, invece di restare "vincolato" all'interno di un mercato (azionario, obbligazionario, monetario) deve graduare costantemente il mix di queste classi.
Alta qualità non vuol dire massimo rendimento bensì la produzione costante nel tempo di rendimenti coerenti con il profilo di rischio assunto.
Lo stile di gestione
Lo stile di gestione è di tipo total return, volto alla ricerca di rendimenti assoluti, slegati dalla logica di parametri relativi (benchmarks) e mirando al contenimento della volatilità. In altre parole, il gestore opera in un'ottica volta ad evitare le perdite in periodi di mercati negativi ed a cogliere le opportunità offerte nei periodi di rialzo, cercando di sfuggire alle trappole tese dagli andamenti euforici del mercato.
Una gestione di tipo total return presuppone un'ampia discrezionalità del gestore in termini di asset allocation: il mandato di gestione non prevede quindi indicazioni in termini di asset allocation (benchmark) bensì soltanto in termini di tollerabilità al rischio (massima perdita sopportabile in un dato orizzonte temporale).
La specializzazione nella determinazione dell'asset allocation permettere di distinguere la componente del portafoglio effettivamente total return da quella strategica, eventualmente riducendo la volatilità dello stesso e ristabilizzando il range dei rendimenti. È noto che l'introduzione di una componente non correlata consente una traslazione verso l'alto della frontiera efficiente.
L'asset allocation rappresenta la decisione più importante nella gestione di un portafoglio. Un asset allocation di tipo dinamico (attiva, variabile nel tempo) appare preferibile ad una di tipo statico (passiva, invariante), specie nel breve / medio periodo.
È preferibile che l'asset allocation sia effettuata da un gestore professionista (nel rispetto del profilo di rischio scelto dall'investitore) lasciando all'investitore la sola definizione del profilo di rischio (inteso come tolleranza alle perdite).
Di converso, appare sconsigliabile lasciare all'investitore la responsabilità dell'asset allocation (effettuata spesso sulla base di indicazioni fornite da reti di vendita che operano con logiche commerciali).
All'investitore viene assegnata una certa asset allocation a prescindere dal momento congiunturale.
L'asset allocation viene mantenuta statica anche in seguito a cospicue modifiche delle prospettive di mercato.
Conseguenze:
L'investitore con elevata propensione al rischio è stato indirizzato verso gestioni azionarie anche all'inizio dell'anno 2000 (mercati azionari e relative valutazioni ai massimi storici); l'investitore con bassa propensione al rischio è stato indirizzato verso gestioni obbligazionarie anche nel primo semestre 2003 (minimi storici dei rendimenti).
La costruzione del portafoglio dell'investitore viene fatta basandosi sulla sua tolleranza al rischio.
Non è l'obiettivo di rendimento ma la tolleranza al rischio a guidare la costruzione del portafoglio. Il profilo di rischio dell'investitore non viene tradotto in una asset allocation predefinita "benchmark" (p.es. 50% azionario, 50% obbligazionario) come nell'approccio standard bensì in un LIMITE in termine di massima esposizione assumibile (p.es massima perdita accettabile sull'arco di un anno pari al 10% del valore del portafoglio).
Implicazioni dell'approccio Agora Investments
Passaggio ad un approccio del tipo "fornitura di servizio", rispetto a quello standard del tipo "vendita di prodotto": mentre nell'approccio standard la responsabilità principale dell'andamento della gestione viene addossata all'investitore che, di fatto, sceglie la composizione base (asset allocation) del portafoglio, nell'approccio Agora Investments la responsabilità viene assunta in primis dal gestore che prende su di sé l'onere di scegliere e modificare nel tempo l'asset allocation sulla base dell'evoluzione congiunturale dei mercati e dei limiti di tolleranza al rischio impartiti dall'investitore.
Enfasi sulle esigenze e caratteristiche del cliente
L'approccio "fornitura di servizio" si focalizza sulle esigenze del cliente (tolleranza al rischio e attese di rendimento); l'approccio "vendita di prodotto" necessariamente si focalizza su una miriade di prodotti e sulle relative caratteristiche.
Focus sui risultati e sulla qualità del rapporto gestore-investitore
Il gestore traduce la propensione al rischio dell'investitore in decisioni d'investimento ricercando un costante bilanciamento tra risultati attesi e rischiosità delle scelte fatte. Il processo di costruzione del portafoglio e la sua gestione nel tempo prescindono da logiche puramente commerciali (tipiche dell'approccio "vendita di prodotto").